Dietro la metropolitana eravi un campo, e quel sito conserva perciò anche presentemente il nome di Campo Santo45. Entro le mura della città, vicino a San Giovanni alle quattro facce, v'erano in que' tempi dei campi coltivati46. Altri pezzi di terra coltivati si ritrovavano vicino a San Satiro47. Presso Santa Radegonda v'erano pezzi di terra coltivati, con una cascina48. Altra terra coltivata trovavasi in città vicino alle mura antiche di porta Vercellina49. Vicino alla chiesa di San Giovanni sul muro, entro l'antico recinto, eranvi pure altre terre coltivate50, e questi probabilmente non saranno stati i soli campi fruttiferi che si ritrovavano nella angusta città, perché né saranno state pubblicate tutte le antiche carte di affitti o di vendite di simili fondi, né col trascorrere di tanti secoli questi contratti si saranno tutti conservati, né su tutti i pezzi fruttiferi si saranno fatti contratti per mezzo della scrittura, onde ne rimanesse memoria ai posteri. Data adunque l'area dell'antica città meno della sesta parte della attuale, dato il buon numero de' siti che rimanevano vacui nella città medesima, non vi poteva certamente essere molto popolo, a meno che il restante spazio non fosse occupato da case altissime, collocando una abitazione sopra dell'altra a molti piani: ma questo non era il modo certamente di fabbricare in quei secoli. Le memorie di quei tempi ci fanno anzi conoscere che in Milano erano poche e degne di osservazione le case che avessero piano superiore; comunemente un pian terreno e il tetto formavano una casa, e quelle poche le quali avevano un piano al disopra, chiamavansi solariatae, e venivano così contradistinte dalle case comuni51, ed erano rare tanto, che abbiamo la chiesa di Sant'Ambrogio in Solariolo, che così fu chiamata perché ivi si trovava una piccola casa con camere superiori52. Da tutto ciò chiaramente si vede che poca e miserabile popolazione rimaneva nella distrutta città prima del secolo undecimo, della quale scarsezza di abitatori ne fa menzione lo storico nostro Landolfo il Vecchio, il quale nel secolo undecimo scriveva, che si era perduta in Milano ogni forma di buon governo, ob nimiam hominum raritatem53. Della povertà poi di Milano in que' tempi tutto quello che ce ne rimane, ne dà indizio.
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