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      Si proibiva l'esportazione delle armi agli esteri. In somma tutto si credeva di poter fare con leggi vincolanti; o almeno si credeva il legislatore di avere bastantemente eseguito il dovere della sacra e terribile sua carica, comandando agli uomini d'essere felici; in vece di ascendere alle cagioni, e impedire che i mali nascessero. È da notarsi che le leggi stesse molto si estendevano contro coloro che col mezzo della magia devastavano colla grandine le messi, e si ordinava all'arciprete della diocesi il modo di costringerli a confessare il supposto delitto, onde punirli99; e questo ci basta per conoscere lo stato dei nostri antenati in quei miseri tempi. L'ignoranza, la ferocia, l'infelicità, torno a ripeterlo, sono compagne indivisibili in un popolo corrotto; i lumi, l'urbanità, la felicità pubblica caramente si abbracciano100.
      Non credo che possa descriversi con esattezza qual fosse la costituzione civile di Milano in quei tempi oscuri ne' quali principiava a risorgere. Il governo passato della Polonia potrebbe darci qualche idea del governo d'Italia in que' tempi. Un re elettivo; il primate, che ha molta influenza in tutti gli affari; la plebe degradata sotto la potenza dei grandi, divenuti formidabili al re; la facilità della rivoluzione; la frequenza delle invasioni straniere; la concorrenza di più rivali che coll'armi disputano il trono; la vera sovranità collocata nella dieta. Queste sono le rassomiglianze che si ravvisano. Ma noi avevamo di più la rozzezza dei tempi, ne' quali, mancando l'arte dello scrivere, e non essendovi nomi di casati, nemmeno poteva esservi una costante tradizione di nobiltà. Quindi, non solamente era difficile il modo per fare le risoluzioni, ma era un altro oggetto di confusione il verificare chi fosse o non fosse nobile, chi avesse o non avesse titolo per dare il voto; la quale controversia in un tale sistema doveva portare la confusione all'ultimo grado.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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