Noi Italiani, all'opposto, non abbiamo collocato nella serie degli augusti né Arnolfo né Luigi né Corrado né Enrico, dagli Oltramontani inseriti nella cronologia degli imperatori; sebbene non incoronati dal papa, e sebbene né Corrado né Enrico nei loro diplomi si siano mai dato il titolo d'imperatori. Dal che nasce una confusione assai feconda di equivoci, perché Enrico I, imperatore, dagli Oltramontani si chiama Enrico II; e così i Tedeschi contano sette Enrici nella serie, dove noi non ne annoveriamo che sei; e quindi le denominazioni oltramontane eccedono d'una unità le nostre. Io, Italiano, debbo servirmi della cronologia italiana, e ne prevengo i miei lettori, per non ripeterlo ogni volta; e credo che sia ragionevole di non qualificare né Corrado né Enrico con un titolo che, mentre erano in vita, non credettero essi medesimi fosse loro dovuto. Era adunque asceso sul trono d'Italia il marchese d'Ivrea Berengario, e a questa proclamazione sommamente aveva contribuito Manasse, da Berengario istesso violentemente intruso nella sede arcivescovile. Fremevano i Milanesi al vederlo sul trono, non solamente abborrendo la recentissima sceleraggine d'aver egli avvelenato l'innocente giovinetto re Lotario, suo benefattore, e l'altra che esercitava sull'infelice regina vedova Adelaide, ma in lui ravvisando un ingiusto oppressore del loro legittimo arcivescovo Adelmano. È assai probabile che da ciò fosse mosso Adelmano, e lo fossero i Milanesi, ad invitare secretamente Ottone, re di Germania, a scacciare dal trono quel pessimo uomo, e ad unire il regno d'Italia agli altri ch'ei già possedeva.
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