Ripugna poi affatto al buon senso il costume che volevasi loro attribuire, cioè che violentemente uccidessero i loro confratelli allorché gravemente erano ammalati. Se ci fosse rimasto qualche scritto in cui alcuno di questi infelici avesse rappresentata la causa propria, saremmo un po' meglio informati della verità. Forse erano costoro cristiani più pii e segregati dalla depravazione generale, e per ciò perseguitati. San Pietro Damiano, che viveva in quel secolo, così scriveva: ad tantam faecem quotidie semitipso deterior mundus devolvitur, ut non solum cujuslibet sive saecularis sive ecclesiasticae conditionis ordo a statu suo collapsus jaceat, sed etiam ipsa monastica disciplina, solo tenus, ut ita dixerim, reclinata, ab assueta illa altitudinis suae perfectione languescat. Periit pudor, honestas evanuit, religio cecidit, et veluti facto agmine, omnium sanctarum virtutum turba procul abscessit133. Così quel santo descriveva i costumi di que' tempi infelici. Il supplizio adunque de' nominati abitatori di Monforte fu certamente atroce e poco cristiano; l'errore se vi fosse, è cosa dubbia. Così leggiamo che dai pagani si trattassero i màrtiri; ma così non si legge che gli apostoli dilatassero la santa e mansueta religione di Cristo. Questa però è la prima memoria e la più antica di persecuzioni e patiboli adoperati da' cristiani per causa di religione; e mi dispiace che questo primo esempio, che ne' secoli posteriori è stato seguìto da tanti altri funesti, sia stato dato in Milano l'anno 1028.
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