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      Nella maniera di guerreggiare dei tempi nostri riuscirebbe inutile una tal macchina, ben presto rovesciata dall'artiglieria, che ridurrebbe quel contorno più d'ogni altro pericoloso; il fumo impedirebbe spesse volte che quello stendardo fosse visibile: ma prima dell'invenzione della polvere, il carroccio inventato da Ariberto certamente fu con accortezza immaginato; e perciò anche le altre città della Lombardia, quando, coll'esempio de' Milanesi, acquistarono l'indipendenza e si ressero col loro municipale governo, adottarono ciascheduna il proprio gran vessillo, ossia carroccio. Così facilmente intendiamo come la perdita del carroccio fosse un avvenimento che funestasse una città; non già per un'idea di Palladio, o per una vana opinione d'onore soltanto; ma perché la perdita del carroccio era prova di una totale sconfitta, al segno di non aver potuto preservare quello spazio che sommamente era cura di ciascuno il difendere.
      La riconciliazione fra i nobili e i plebei era stata momentanea; e durava tutt'ora, come dappoi continuò, lo spirito di partito. Acciocché il governo degli ottimati sia fermo, conviene che la costituzione ponga una distanza grande fra il ceto dei pochi, presso i quali sta il comando, e il vasto ceto di quelli che sono destinati alla passiva obbedienza. La loro persona deve comparire al popolo sacra e veneranda; ma conviene che ciascuno ottimate, al deporre che fa la toga e la pubblica persona, diventi popolare; e così la plebe ama i padroni, e riceve come un beneficio que' momenti ne' quali discendono con lei i magnati.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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