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      In ogni cosa umana, quando si ha da combattere, si corre rischio di trascorrere più in là del giusto. Così è accaduto ai due partiti più di una volta, abusando delle circostanze favorevoli. Scegliendo i fatti della storia con impegno per un partito, e tacendo que' che non torna conto di ricordare, si trova una serie che prova e convince; tanto fecondi sono i casi favorevoli ora al sacerdozio ed ora al trono. Io non ardirò di mischiarmi nella gran contesa; tralascerei anzi di parlarne, se fosse possibile l'omettere nella storia di Milano i fatti importanti e più interessanti per la loro influenza: ma giacché la fatica che ho intrapresa, e il corso degli avvenimenti mi conducono a scrivere que' fatti che risguardano la città, io lo farò, mosso dal sentimento di compassione de' mali che da un tale dissidio sono nati; conoscendo il dissidio originato da una serie di cose che lo rendevano necessario; e sempre ricordandomi che la debolezza, la illusione e le passioni sono compagne degli uomini in tutti i secoli e in tutte le condizioni. Ma di ciò tratteremo nel capo seguente.
      Per ora ci può servire, per avere idea del governo della città in quei tempi, un passo del Fiamma, che così c'insegna: Insuper archiepiscopus mediolanensis quosdam alios maximos redditus imperiali auctoritate recipiebat; quia super stratas regales, in exitu quolibet de comitatu, habuit teloneum, et dum intrabat aliquis extraneus in equo vel cum curru, aut pedibus, dabat telonario archiepiscopi, immo innumerabilibus telonarii scensum, et archiepiscopus tenebatur custodiri facere passus, et omnibus damnificatis intra territorium restituere de suo tantum quantum damna fuissent aestimata.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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