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      Sono anche curiose le parole: Emant pisces ad refectionem et hilaritatem annualem in die anniversario obitus eorum Falkerodi monaci et Johanni presbytero, pro animarum eorum remedio, quo ipsis proficiat at gaudium et anime salutem.146 Si credeva da molti che giovasse al riposo della anime de' defunti l'accendere sulle tombe loro delle lampadi: Ut ipsa luminaria luceant pro anima ipsius.147 Altre donazioni ritrovansi colla condizione: Et faciat ardere in quadragesima majore super sepulturam ipsius quondam Andreae genitoris148. Di varie superstizioni di quei tempi ne tratta la dissertazione dell'illustre Muratori, alla quale si può ricorrere per una più vasta erudizione149.
      Non v'è ai nostri giorni alcun giudice, per corrotto e meschino ch'egli si sia, che sfrontatamente ardisca di raccontare di avere venduta la sentenza. Allora l'imperatore Ottone III non ebbe difficoltà, in un diploma del 1001, di asserire di aver ricevuto dal vescovo di Tortona la metà dei beni disputati: Propter rectum judicium quod fecimus inter eum et Ricardum, ex jam praenominatis rebus150. Facile è quindi il conoscere in quale stato fossero allora le leggi, la disciplina, le scienze. I vescovi erano soldati e vivevano più nelle armate che nella Chiesa. Così facevano gli abati151. L'uso di decidere le questioni col preteso giudizio di Dio nel duello, sempre più rendevasi comune. I beni ecclesiastici si dilapidavano dagli stessi prelati; e così fece Landolfo, arcivescovo, il quale ecclesiae facultates et multa clericorum distribuit militibus beneficia152; e più distintamente lo spiega l'altro storico nostro contemporaneo Landolfo: Pollicens illis omnes plebes, omnesque dignitates atque Xenodochia, quae majores ordinarii atque primicerius decumanorum, archipresbyteri, et cimiliarchi hujus urbis ecclesiarum tenebant, jurejurando asserens, pactum usque detestabile patratus.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
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