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      Pochi anni dopo sappiamo che il numero dei consoli era diciotto, e talvolta anche maggiore. Sembra che questi consoli formassero il minore consiglio, sempre adunato e sempre attivo per reggere la città; e che negli affari di maggiore importanza questi consoli intimassero una generale adunanza del popolo. Nel 1130 i consoli erano venti, ed erano stati eletti dalle tre classi di cittadini, cioè dai capitani, i quali erano i nobili del primo ordine, dai valvassori, che erano nobili bensì, ma di minore autorità, e dai cittadini, che erano come il terzo ordine. Il numero de' consoli cittadini era minore di quello di ciascuna delle altre due classi; onde l'autorità realmente era presso i nobili241, non rimanendo ai cittadini poco più che l'apparenza, come in Roma, ne' comizi centuriati. La repubblica di Milano però era ben piccola allora, poiché la giurisdizione di lei si limitava a poco più della mera città; e la campagna che le stava intorno, formava diversi altri piccoli Stati indipendenti da lei, e così v'erano i conti del Seprio, i conti della Martesana e altri distretti, che avevanoun governo parziale e i loro consoli242; di che rimasero sino al 1781 le vestigia nelle diverse misure, che furono in uso in Monza, Lecco ed altri borghi del ducato, abolite or ora. Questo è tutto quello che sappiamo intorno la costituzione civile di Milano verso il principio del secolo duodecimo. L'autorità suprema si riconosceva presso dell'imperatore, il di cui nome incidevasi nelle monete, e dal quale ricevevano la giurisdizione alcuni giudici e messi che decidevano le controversie dei privati243. Ma il governo politico, la pace e la guerra, l'imposizione e riscossione de' tributi erano presso la città istessa.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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