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      Tanto era il potere dell'opinione generalmente sparsa di lui! Il popolo di Milano, poiché era scacciato l'arcivescovo Anselmo Pusterla, accorse a San Bernardo, che stava alloggiato vicino a San Lorenzo, e con acclamazione lo voleva arcivescovo. Il santo aveva più vasti affari da reggere, e disse alla moltitudine, che nel seguente giorno egli si sarebbe posto a cavallo, e che se il cavallo l'avesse condotto lontano dalla città non sarebbe stato arcivescovo, e così appunto fece e se ne partì: Ego in crastinum ascendam palafredum meum, et si me extra vos portaverit, non ero vobis quod petitis, ac sic a Mediolano recessit276. Così Milano riconobbe papa Innocenzo e imperatore Lottario; e partito che fu San Bernardo, i suoi monaci, dice Landolfo al luogo citato: per civitatem euntes, collectam multam de auro et argento et rebus pluribus sibi fecerunt277, e con questi mezzi fondarono i due monasteri di Chiaravalle e di Moribondo, così nominati ad imitazione di due già stabiliti in Francia, i quali avvenimenti accaddero l'anno 1134. L'arcivescovo Anselmo, scacciato così dalla sua sede, per essere stato del partito di Anacleto, s'incamminò verso Roma; dove Anacleto era riconosciuto per legìttimo papa da un gran numero di persone, e risiedeva, siccome dissi, al Vaticano; ma, viaggiando, fu preso e consegnato a papa Innocenzo II, che trovavasi a Pisa per un concilio; e quel papa che possedeva, come già dissi, in Roma il Laterano: illum captum Romam misit, dice Landolfo, ibique, prout fama est, Anselmus ille, in eodem mense, in manu Petri Latri, qui procurator est Innocentii, vitam finivit278.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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