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      Frattanto però che stavamo rendendoci più odiosi ai vicini ed al lontano nemico, la sola cosa ragionevole che femmo, si fu di munire d'un valido fossato, ossia d'una linea di circonvallazione tutta la città; la quale, sebbene avesse tuttavia in piedi le antiche mura di Massimiliano, ristorate dall'arcivescovo Ansperto due secoli e mezzo prima, nondimeno, per l'accresciuta popolazione doveva avere molte abitazioni esternamente adiacenti alle mura medesime. Questo fossato è precisamente quello per cui ora scorre il canale del Naviglio, e così con chiarezza ognuno può capire qual fosse il giro delle antiche mura, che ora è indicato dalle chiaviche, da noi chiamate cantarane, e quale quello del fossato, che visibilmente anche oggidì circonda la città. Di questo fossato ne parla il continuatore di Ottone da Frisinga Radevico294, inimico de' Milanesi, con questi termini: Mediolanenses autem, utpote viri bellicosi et strenui, civitatem suam magnis fossis circumdederunt, et imperatori audacter et viriliter restiterunt295; e della terra cavata nel fare la fossa se ne formò il parapetto nel luogo che anche presentemente conserva il nome di Terraggio. Convien dire che queste fortificazioni fossero assai ben fatte; poiché vedremo che non vennero mai superate colla forza; e che, perduta che fu la città, ebbe somma cura il vincitore di vederle distrutte. Venne in Italia l'imperator Federico alla testa di un'armata poderosissima, la quale conteneva quasi tutte le forze della Germania. Basti il dire che aveva sotto di lui a bloccare Milano Ladislao re di Boemia, Corrado duca di Rotenburg, Lodovico conte palatino del Reno, Federico duca di Svevia, Enrico duca d'Austria, Alberto conte del Tirolo, Ottone conte palatino di Baviera, l'arcivescovo di Colonia Federico, Arnaldo arcivescovo di Magonza, Hellino arcivescovo di Treveri, Wikmanno arcivescovo di Magdeburg, il duca di Zaringhen, e altri principi sovrani296. (1158) La venuta di questa terribile armata accadde l'anno 1158. È strana la cerimonia che l'imperator Federico volle premettere alle sue operazioni militari.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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