Pagina (238/1182)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      La storia tutta smentisce un tal racconto; né è mai stato l'uso che per mostrar sommissione, molte città collegate radunino un'armata cospicua, e con tal cerimoniale vadano a cercare misericordia. Siamo tutti d'accordo nell'asserire che l'imperatore si pose ad assediare Alessandria; che gli alleati col loro esercito marciarono a quella vôlta; che l'assedio di Alessandria fu sciolto; che s'aprì un congresso di pace; e di più che le proposizioni delle città alleate furono: che l'imperatore riconoscesse per legittimo il papa Alessandro III; che nulla più pretendesse dalle città confederate di quanto avevano fatto duranti i regni dei due ultimi cesari Lottario II e Corrado III: Volumus facere domino imperatori Friderico, accepta ab eo pace, omnia quae antecessores nostri a tempore mortis posterioris Henrici imperatoris antecessoribus suis sine violentia, vel metu fecerunt367; così impariamo da una carta pubblicata dall'esimio nostro Muratori. Esigevano pure le città collegate che l'imperatore restituisse tutto ciò che aveva tolto alle città, ai vescovi, ai signori; e lasciasse loro godere in pace le consuetudini e comodità che erano in uso di godere ne' pascoli, nelle pescagioni, ne' mulini, ne' forni, ne' banchi, ne' macelli, nelle case fabbricate sulle strade pubbliche: regalie tutte che l'imperator Federico pretendeva fossero di sua ragione. Queste pretensioni, che allora promossero le città alleate, e che seppero ottenere dappoi, non lasciano luogo a credere che l'armata marciasse verso Alessandria per umiliazione.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





Alessandria Alessandria Alessandro III Lottario II Corrado III Volumus Friderico Henrici Muratori Federico Alessandria