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      In questa carta vi si legge espresso il patto che se mai l'imperatore, ovvero il re Enrico, avessero contravvenuto a quanto fu stipulato nella pace di Costanza, la repubblica di Milano sarebbe stata disobbligata dalla garanzia; e se mai alcuna città della lega avesse mancato di tributare all'imperatore quanto nella pace di Costanza erasi promesso, la repubblica di Milano avrebbe assistito colle sue forze l'imperatore per ottenergli una condegna soddisfazione. Finalmente i Milanesi promisero che non avrebbero contratta veruna speciale alleanza con altre città di Lombardia, eccetto la confederazione, ossia lega lombarda, a meno di ottenere l'assenso dell'imperatore e del re Enrico, di lui figlio. Questo trattato di Reggio ci dà a conoscere quanto fosse mutato l'aspetto delle cose dopo la giornata 29 maggio 1176. L'imperatore non ci risguardava più come schiavi, né conservava più l'opinione d'essere signore del globo terraqueo, orbis terrae dominum; ma era un principe che, quasi da pari a pari, faceva un trattato con un popolo libero. Noi in quel trattato acquistammo la signoria delle terre; e ce lo ricorda il manoscritto compilato trent'anni dopo, in cui si contengono le nostre consuetudini; leggendosi in quello che appunto l'imperatore Federico plenam jurisdictionem concessit385 alla città di Milano sulle terre del suo distretto, su di che veggasi il diligente nostro ed erudito conte Giulini386 Nel ducato si distinguono Monza, Varese, Vimercato, Triviglio, Busto, Gallarate, Lecco, da noi chiamati borghi, e che in altri regni verrebbero chiamati città. È bensì vero che non sappiamo se allora essi fossero nello stato in cui si trovano oggidì.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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