Gl'infelici avanzi del macello di Cortenova dovevano perire attraversando le terre di Bergamo; poiché la totale sconfitta da noi sofferta aveva fatto nascere un timore sommo nelle altre città: nessuno osava dichiararsi più per noi, trattone Brescia, Piacenza e Bologna, città le quali mantennero una ferma e sincera fede in favor nostro. Mancavamo di tutto, e di nulla eravamo sicuri; quando Pagano della Torre, che era signore della Valsasina, si slanciò a proteggere gli avanzi dei nostri; gli scortò nelle sue terre; somministrò loro generosamente ogni soccorso; e li ricondusse nella patria. Quest'atto di beneficenza non rimase isolato. La gratitudine de' Milanesi non se ne dimenticò, a segno che l'amore costante e la fiducia che i popolari milanesi conservarono dappoi verso la casa de' signori della Torre, tanto innalzò l'illustre loro prosapia, che per qualche tempo ottenne la sovranità di Milano, come vedremo. Le azioni benefiche e le valorose sicuramente fanno nascere il rispetto presso di ogni popolo e in ogni tempo; e pare che in questo caso dovessero reciprocamente rispettarsi, e chi faceva e chi riceveva il beneficio. L'imperatore, dopo la vittoria, vedendosi padrone di quasi tutta la Lombardia intimorita, volle possedere Milano; e pretese che ci rendessimo a discrezione. Ma i Milanesi non si trovarono allora in quelle angustie che avevano oppressi i loro avi settantasei anni prima; e unanimemente deliberarono di morire tutti colle armi alla mano, anzi che soggiacere a tale misera condizione.
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