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      (1287) Matteo Visconti, col titolo di capitano del popolo, cominciò la signoria di Milano. I nostri scrittori lo chiamano Matteo Magno. Io mi limiterò a chiamarlo Matteo I, per distinguerlo da un altro dello stesso nome che regnò poi. Il Fiamma ci attesta che, sino dal principio del suo governo, Matteo I ebbe cura di conservare le pubbliche entrate, e non se ne appropriò la menoma parte; che non sparse mai sangue d'alcuno; che consegnava ai nobili le signorie de' borghi e delle terre, cambiandole però ogni anno; ch'egli era molto compiacente verso dei nobili; agile di corpo, e di tale robustezza, che colle sue mani spaccava il ferro d'un cavallo; ch'egli, in mezzo alla sua robustezza, era morigerato; che aveva la sua corte ripiena di frati; che vestiva colle sue mani i sacerdoti, esercitava giornalmente atti di religione, e obbligava i suoi domestici ogni anno nella quaresima a confessarsi, e i renitenti castigava: Cum autem praedictus Matheus Magnus Vicecomes dominium Mediolani obtinuisset, in ipso primo regimine nimis virtuose se habuit: fuit enim tantae castitatis et honestatis, quod tota ejus curia ex religiosis viris conserta videbatur. Missas devotissime audiebat, sacerdotes propriis manibus vestiebat. In omni quadragesima suos domicellos et caeteram familiam confiteri faciebat; aliter, ipsos graviter puniebat. Nobiles de Mediolano libenter audiebat, quorum consilio non contradicebat. Bona communitatis conservabat, sibi nihil retinebat. Nullius unquam sanguinem effudit.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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