Spedì Matteo i suoi legati per la Lombardia, per essere riconosciuto rivestito del potere imperiale. Ma non tutte le città fecero loro facile accoglienza. Le città di Lodi, di Crema ed alcun'altra avevano anzi fatto lega co' signori della Torre, per bilanciare la potenza del Visconte. Matteo prudentemente pensò a farsi confermare dai Milanesi per altri cinque anni capitano del popolo, per togliere ogni odiosità al nuovo titolo, e riconoscere sempre temporaria e dipendente dal consiglio la signoria esercitata. Taleera il carattere di Matteo; l'uomo che meglio di ogni altro seppe adattarsi ai tempi e cavare profitto dalle circostanze.
(1298) Il successore del deposto imperatore Adolfo, cioè Alberto re de' Romani, innalzato l'anno 1298, confermò a Matteo Visconti il diploma di vicario imperiale, che quattro anni prima aveva ottenuto. Il titolo che si dava a Matteo era al magnifico ed egregio uomo il signor Matteo de' Visconti. Varie città, siccome dissi, eransi collegate coi Torriani a danno del Visconte, la di cui rapida fortuna e la di cui vasta ambizione facevano temere un padrone a molti piccoli Stati, i quali, in mezzo alla discordia, al disordine, alla tirannia di più padroni, avrebbero anzi dovuto desiderarne un solo, se la lusinga d'una chimerica libertà non gli avesse sedotti. Le terre del Milanese erano devastate dalle scorrerie de' Torriani. (1299) Matteo Visconte fece radunare in Milano il consiglio generale il giorno 9 di aprile 1299. Ivi espose lo stato delle cose, le alleanze dei Torriani, i guasti cagionati dalle loro incursioni, le forze loro, le nostre, gli appoggi su i quali potevamo noi far conto; indi propose il partito se convenisse fare la guerra ovvero la pace.
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