Al presentarsi del re colle sue forze prima a Vercelli, poscia a Novara, nessuna opposizione ritrovò: venne anzi onoratamente accolto e venerato come sovrano. Vigevano fu preso dalle truppe reali senza spargimento di sangue, poiché un medico del paese cautamente ve le introdusse. Il re non permise che si oltraggiassero i vinti, e il solo uso ch'ei fece dell'autorità, fu per sedar le fazioni. Informato Guido di tai progressi, finalmente spedì a Novara anch'egli alcuni de' suoi, per rendere omaggio in di lui nome al re, e presentargli i due fratelli dell'arcivescovo. S'incamminò poscia il re de' Romani verso Milano; dove aveva già spedito il suo maresciallo di corte con truppe, affine di preparare gli alloggiamenti; e mentre era innoltrato nel cammino da Novara a Milano, ricevette un avviso dal maresciallo, che Guido della Torre non voleva sbrattare dal suo palazzo per lasciarlo al re; e che non voleva licenziare i mille armati del suo stipendio. Il re, scostatosi dalla via pubblica, chiamò a parlamento i suoi. Nessuno ardì di consigliargli il partito ch'egli saggiamente prese. Spedì rapidamente avanti di sé l'ordine che il maresciallo al momento pubblicasse in Milano il comando, che ciascuno uscisse incontro del re fuori della porta della città. La sorpresa, la fama già precorsa della bontà di quel sovrano, l'amore delle cose insolite, naturale al popolo, che sente i mali presenti e si lusinga d'un favorevole cambiamento; la maestà d'un augusto, la noia de' Torriani, tutto in un momento si riunì, e fece uscire i Milanesi affollati fuori della porta della città ad incontrare l'imperatore.
| |
Vercelli Novara Guido Novara Romani Milano Novara Milano Guido Torre Milano Torriani Milanesi
|