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      Correva voce che i Visconti e i Torriani riuniti volessero scacciare i forestieri, a cagione de' quali s'erano imposte le ultime gravezze. Il luogo per radunarsi si vociferava alle case de' Torriani, le quali erano al Giardino, al Teatro Nuovo, ne' contorni di San Giovanni alle Case Rotte; denominazione data dappoi, quando, diroccate le case de' Torriani, così rimasero per alcuni anni. La città era in allarme; ma le truppe tedesche eranvi in buon numero, e giravano per le strade, in modo da non essere sorprese o poste facilmente in fuga. Si pretende da alcuni che il complotto fosse concertato fra l'inquieto Galeazzo, figlio di Matteo, e Francesco, figlio di Guido; il quale Guido della Torre trovavasi ammalato. Dai movimenti dei Tedeschi poté Galeazzo accorgersi che più non era possibile il sorprenderli, e che la mina era sventata. Il partito più scaltro era quello di ripiegare a tempo, di non arrischiarsi; comparire fedele, e lasciare che tutta la colpa e la macchia piombasse sopra dei Torriani. Se la cosa sia stata fatta a disegno e con malizia non lo sappiamo. Egli è vero che Matteo Visconti nascose entro un ripostiglio di sua casa Lodrisio Visconti, che era già armato per uscire; e fatto ciò, Matteo, in abito da casa, si pose a sedere sotto il porticato del suo cortile, e fece venire intorno di sé alcuni domestici, co' quali si mise tranquillamente a ragionare, come se nulla accadesse nella città, o non fosse a di lui notizia che dovesse accadere. Il re aveva spedita una banda de' suoi per arrestare Matteo, qualora lo cogliessero in armi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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