Quindi a me sembra poco verosimile la congiura di cui alcuni nostri autori lo voglion complice, e della quale minutamente descrivono persino i familiari colloqui di Guido con Matteo. Forse i Torriani con tai dicerie cercarono poi d'offendere la fama di Matteo, la sola che avevan forze bastanti per invadere; e gli scrittori ne furono sedotti facilmente; perché riesce più frizzante la storia, quando più malignamente dipinge gli uomini; e lo storico signoreggia più, indicando ingegnosamente le cagioni, ancor false, anzi che raccontando i fatti soli, ove siano incerte le cagioni che li produssero. Io mi crederò onorato ancora più, rendendo un omaggio costante alla verità. Si può credere innocente anche Galeazzo, di lui figlio, il quale uscì armato; e, inalberando l'insegna della vipera, aveva radunato un buon numero di cavalieri, che marciavano dietro di lui pronti a combattere. Questo drappello marciava dal Bocchetto al Corduce; quando improvvisamente se gli fece incontro un grosso squadrone di Imperiali, in numero da non cimentarvisi. Gl'Imperiali, avevano già le lance in resta, ma Galeazzo, alzata la visiera, si dié a conoscere venuto per unirsi a combattere contro i sediziosi e in servizio del re. I Tedeschi erano comandati da un vescovo463. Con essi si accompagnò Galeazzo, e fece in modo che s'introdusse nella città un corpo di Austriaci acquartierati a San Simpliciano, che allora esisteva fuori delle mura. Accadde in tale occasione che il duca Leopoldo d'Austria, passando in mezzo a questi popolari tumulti, nelle vicinanze della chiesa di San Marcellino corse pericolo d'essere trasforato da una lancia; se un suo fedele non avesse spronato il cavallo, e, postosi di mezzo, salvata la vita a questo giovine principe, glorioso ascendente dell'augusta casa d'Austria.
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