La lancia fortunatamente passò fra le vesti del generoso suddito, senza nocumento di Leopoldo.
I Torriani in quel giorno perdettero per sempre la patria, da cui vennero proscritti; e sempre dappoi riuscirono vani gli sforzi che posero in opera per ritornarvi. Così terminò la dominazione de' Torriani, la quale interrottamente durò anni trentatré, cominciando da Martino, che, nel 1247, intraprese a reggere il popolo, e lo resse per anni sedici, poscia Filippo, per anni due, indi Napoleone ossia Napo, per anni dodici, poi (dopo l'intervallo di Ottone Visconti e di Matteo), Guido della Torre lo resse per anni tre sino al 1311, il che forma il periodo di trentatré anni. Non ho interrotto il racconto di questa interessante serie di avvenimenti colle frequenti citazioni; perché l'epoca è assai nota, quantunque gli autori raccontino variamente le circostanze. Chi bramasse di esaminare il fatto dalla sorgente, vegga il tomo XII della Raccolta Rerum Italicarum; Bonincontro Morigia, Cronaca di Monza464; Giovanni Villani, Storia, lib. IX; Cronaca d'Asti465; Giovanni da Cermenate, Istoria466; il Corio, all'anno 1311; e più d'ogni altro, la diligente e laboriosa opera del nostro conte Giulini, al tomo VIII.
Capitolo XI
Di Matteo I, di Galeazzo I, e d'Azzone Visconti, signori di Milano.
La storia d'un paese repubblicano può paragonarsi ad una vasta pittura che rappresenti un grande ammasso di oggetti variati, sulla quale scorre lo sguardo, incerto talora quali delle figure meritino un'attenzione distinta; alcuni oggetti veggonsi bene illuminati, altri indicati appena in lontananza; e nella memoria non rimane poi se non un tutt'insieme.
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