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      Si vede che sino da quel tempo s'era introdotta l'usanza d'affittare le regalie, o, per dir meglio, la pace, la sicurezza e la libertà del popolo ad un impresario: volumus bene quod incantatoribus datiorum dicti nostri Comunis serventur eorum data544. Era riserbato al glorioso regno dell'augusta Maria Teresa di atterrare quest'obice, che divise i contributori dal principe per quattro secoli. Il carico Datium imbottaturae vini, cioè l'imbottato eravi già anticamente, ma si pagava soltanto sul vino raccolto; indi l'anno 1392 vennero assoggettati a questo tributo anche i grani545. Chi ne cercasse più esatte prove, le troverebbe presso il conte Giulini546. Il carico poi sulle merci si andava proporzionatamente accrescendo; mentre laddove questo era tassato, nel principio del secolo decimoterzo, in proporzione del valore, a poco più dell'uno per cento, come si vede nella tariffa annessa agli statuti compilati nel 1216; nell'anno poi 1333 il carico era asceso ad un soldo per ogni lira di valore, il che monta al cinque per cento, come leggesi nel codice MS. del nominato signor marchese Corrado Olivera, presidente onoratissimo del senato. Da un verosimile calcolo preso in massa, oggidì questo tributo corrisponde circa al sei per cento del valore. Oltre questi carichi, v'era la tassa de' cavalli, imposta verosimilmente l'anno 1315, per mantenere le paghe della cavalleria. V'erano le condanne pecuniarie de' delitti, emanazione ancora vigente delle leggi longobarde. V'erano altre antiche gabelle sulle case, su i forni, sopra i mulini, i macelli, i contratti, le misure, i pesi ed altre delle quali ho fatto menzione al capitolo ottavo.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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