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      La di lui elezione era accaduta l'anno 1347, e in quel punto le dispute già da trent'anni incominciate fra il Sacerdozio e l'Impero, erano terminate. Carlo IV se ne venne in Italia per ricevere le due corone del regno italico e dell'impero romano. I principi d'Italia, che temevano la potenza de' Visconti, non mancarono di profittare dell'occasione, e d'animare quell'augusto ad abbatterla, promettendogli ogni aiuto e vantaggio. Ma sia che a Carlo premesse maggiormente l'acquisto del denaro per se medesimo, anzi che la difesa di quella autorità che per caso era annessa alla persona di lui; sia che l'esempio de' suoi antecessori l'avesse istrutto a non adoperare la forza delle armi ausiliarie, per non correre ei pure il pericolo di vedersi abbandonato da' suoi, prima di avere ridotti i progetti a fine; sia che le forze dei Visconti fossero tali da non lasciargli sperare un buon esito; sia finalmente che il genio mite e rivolto alle lettere di quel re lo distogliesse da simile briga, certo è ch'egli allora si mostrò anzi amico dei Visconti. I fratelli Visconti mandarongli incontro i loro ambasciatori a Mantova, invitandolo a passare a Milano, e ricevervi la corona; e il re accettò l'invito. Appena Carlo IV si trovò sulle terre de' Visconti, non dovette aver più pensiero alcuno; poiché ogni cosa eravi magnificamente preparata per alloggio, ristoro e trasporto di quell'augusto e di tutta la corte che veniva seco. I Visconti non risparmiarono né spesa né attenzione. A Lodi se gli presentò Galeazzo, e, resogli omaggio, lo accompagnò con cinquecento militi alla vòlta di Milano.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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