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      (1363) Uno di questi due abati era Guglielmo da Grimoaldo di San Vittore di Marsiglia, il quale, pochi mesi dopo di quest'obbrobrio, venne creato sommo pontefice e chiamossi Urbano V. È facile l'immaginarsi quai sentimenti dovesse poi avere Urbano V verso di Barnabò, da cui era stato insultato con tanta soperchieria. Egli, in fatti, con un breve dato di Avignone il giorno 3 di marzo dell'anno 1363, scomunicò solennemente Barnabò; lo dichiarò eretico, decaduto dall'ordine di cavaliere, spogliato d'ogni onore, diritto e privilegio; e comandò che alcuno non osasse più di trattare con lui566. Nel breve della scomunica vi eran queste parole: propterea destruet te Deus in finem, evellet te, et emigrabit te de tabernaculo tuo, et radicem tuam de terra viventium567. Inoltre, agli 11 di luglio dello stesso anno 1363, dal cardinale Egidio Alburnoz fece pubblicare la Crociata contro Barnabò, come già era stata pubblicata contro suo zio Galeazzo quarant'anni prima; e tale e tanto era in ciò l'impegno del papa, che (quantunque egli venisse istantemente sollecitato e da Pietro re di Cipro, e dal re di Francia medesimo, ad intimare una Crociata contro de' Saraceni, che sempre più si tendevano formidabili ai Cristiani del Levante), egli ricusò di farlo per allora; anzi si protestò ch'ei non avrebbe mai dato mano a Crociata alcuna, sin tanto che non avesse ottenuto esito felice quella già intimata contro di Barnabò. (1364) Allora però questa Crociata non ebbe effetto; poiché la combinazione degl'interessi dei principi gl'indusse ad accordar la pace l'anno 1364, in cui Barnabò cedette Bologna al papa, che s'obbligò a pagargliela cinquecentomila fiorini d'oro568. Le perdita di Bologna e del Modanese fatta da' Visconti non fu una riparazione bastante al pontefice; poiché con nuova bolla dell'anno 1368, in data 30 maggio, lo stesso papa pubblicò una seconda Crociata contro il Barnabò569 e fece che lo attaccassero con formidabile esercito l'imperatore, la regina di Napoli, il marchese di Monferrato, gli Estensi, i Gonzaghi, i Malatesti, i Carraresi, i Perugini e i Sanesi collegati insieme coi pontificii.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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