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      Egli lasciò che la pestilenza desolasse Milano nel 1361; quella pestilenza alla quale ho attribuita la partenza del Petrarca; se pure anche l'indole del governo non isforzò del pari quell'uomo illuminato a tal partito. Quella sciagura distrusse più di settantamila abitatori di Milano, e fece nelle terre ancora strage molto maggiore. Dopo sì gran flagello, mentre Barnabò stava alla guerra nel Modanese, alcune compagnie d'uomini facinorosi devastavano la città, tormentata dalle violenze, dalle rapine e da ogni genere di dissolutezza. Ritornato Barnabò, per rimediare a simil disordine, pubblicò un editto in cui proibì che alcuno in Milano non potesse andar di notte per le strade, sotto pena del taglio d'un piede. Tanto ci attesta l'Azario, che allora viveva572. Un ammalato, di notte non poteva più avere soccorso in virtù di tal legge feroce. Barnabò lasciò soffrire ai suoi popoli la carestia negli anni 1364 e 1365, senza trovare modo di soccorrere i suoi sudditi. Questa carestia nacque da un fenomeno fisico che riferirò poi. Attendentes temporum sterilitates, et guerrarum discrimina573, dicesi in un decreto di Barnabò dell'anno 1369, nel quale introdusse il costume di mettere alle gride i fondi per assicurare al compratore la proprietà574. L'anno 1372, con altro editto, comandò Barnabò che nessuno ecclesiastico potesse allontanarsi dal luogo di suo domicilio, senza suo permesso. L'ordine poteva essere necessario, attese le scomuniche e l'assoluzione dal giuramento di fedeltà dette di sopra; ma la pena d'essere subito gittati nel fuoco gli ecclesiastici contravventori, è orrenda.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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