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      Doppo fu dato aqua a le mano, facta con delicati odori, ali quale seguitava pignocate in forma de pessi, inargentate. Puoi pani inargentati, limoni syropati, inargenti in taze, pesce rostito con sapore rosso, in scutelle d'argento, pastelli de inguilli, inargentati. Puoi piatelli grandi de argento furono portati con lamprede e gallatina inargentata, trute grande con sapore nero, e sturioni dui, inargentati. Inde fu portato torte grande verde, inargentate, mandole fresche, vino legiero, malvasia, persiche e diversi confecti a varie fogie603. Pare che l'usanza fosse allora nei conviti pomposi di collocare nel centro della gran mensa de' pezzi enormi, come maiali, vitelli, orsi, cervi, daini, sturioni interi o dorati o inargentati, ovvero rivestiti colla loro pelle naturale e internamente arrostiti. Pare che queste masse non servissero ad altro che alla vista dei commensali durante il convito, e che quello finito si concedessero da depredare festosamente al popolo. Per cibo de' commensali si ponevano loro davanti, all'uso monastico, de' piatti minori. I sapori bianco, nero, rosso, verde, citrino e pavonazzo, pare che fossero salse di colori e gusti diversi. L'usanza di coprire con foglie d'oro e di argento i cibi, anche oggidì si conserva in alcune ciambelle di monache: gli speziali lo fanno altresì per diminuire la nausea alle cattive cose che presentano da inghiottire; e nella nostra plebe rimane ancora il proverbio di mangiare il pan d'oro per significare una vita signorile e deliziosa.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182