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      Parmi probabile ancora che l'orrore della morte di Beatrice Tenda sia nato, piuttosto che da animo atroce, dalla solita docilità ai consigli di Zanino Riccio e de' suoi simili. Il pinguissimo solitario duca non era sanguinario né violento; e quei manigoldi astuti che volevano regnare col nome del duca, dovevano togliergli d'intorno una moglie saggia ed avveduta. La selvatichezza di questo principe giunse a tal segno, che sembra quasi incredibile. Egli invitò l'imperatore Sigismondo a ricevere la corona in Milano, dove, il giorno 25 di novembre dell'anno 1431, nella chiesa di Sant'Ambrogio fece la funzione l'arcivescovo Bartolomeo Capra. La cerimonia si eseguì tre ore prima dell'aurora, e non saprei per qual motivo non si celebrasse solennemente di giorno. Il duca destinò venti cortigiani a servire quell'augusto, e lo fece magnificamente trattare a spese sue per quasi un mese in cui dimorò in Milano; ma non visitò mai l'imperatore, né volle giammai concedere che l'imperatore lo visitasse, siccome desiderava. Il duca s'era occultato nel castello di Abbiate, e fu invisibile al solito. Né ciò può attribuirsi a verun rancore politico, perché anzi dell'imperatore istesso aveva il duca motivo di chiamarsi contento; mentre pochi anni prima, avendogli spedito Guarnerio Castiglione nell'Ungheria, per impetrare la conferma del diploma di Venceslao, venne esaudito; e con nuovo diploma, nella diocesi di Strigonia, in data del primo di luglio dell'anno 1426, Filippo Maria venne da quell'augusto riconosciuto duca e signore di tutto il paese concessogli già da Venceslao.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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