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      Ser Francesco Foscari, procuratore, opinava l'opposto. Se vi è documento nella storia che meriti fede, certamente è questo; poiché l'occasione, il luogo, le persone ci debbono far credere che non avranno allegati che fatti costanti e sicuri. Asserì il doge che ogni anno da Milano si spedivano a Venezia quattromila pezze di panno, del valore di trenta ducati ciascuna, e di più si spedivano novantamila ducati d'oro, così che la somma in tutto ascendeva a duecentodiecimila ducati. Ciò appartiene alla sola città; poiché Monza separatamente ivi è registrata pel valore di centoquarantaduemila ducati di roba, e denari che spediva ogni anno a Venezia. Allora Milano e Monza, colla sola Venezia facevano la stessa parte del commercio che ora fanno Milano, il contado e le cinque città e province dello Stato; ed è notabile colla sola Venezia, poiché l'esteso commercio con Genova, colla Francia e colla Germania che allora avevamo, non entrava in quella somma. Dico la stessa parte, e dovrei dire molto più, se considerassi che il ducato allora era un pezzo di metallo assai più raro e più pregevole, come più volte ho ricordato. Questo basta per conoscere che verosimilmente v'era in Milano una popolazione di trecentomila abitanti; che v'erano sessanta fabbriche di lanificio; e che moltissima era tra noi l'industria e la ricchezza; come ci confermano tutti gli scritti posteriori, ricordando que' tempi della opulenza.
      Non sarà forse discaro a miei lettori ch'io aggiunga alcune osservazioni a quel bilancio del commercio, fatto dal Sanuto.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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