Una prova della incertezza di quel governo la leggiamo nel proclama che i capitani e difensori della libertà pubblicarono in data 21 settembre 1447. Per ordine di questi vennero pubblicamente consegnati alle fiamme i catastri che servivano alla distribuzione de' carichi, affine di rallegrare il popolo652; e si credette fondo bastante per le spese pubbliche la spontanea generosità di ciascun cittadino. Appena due settimane dopo si dovette pensare al rimedio; e fu quello che i medesimi capitani e difensori arbitrariamente tassassero i cittadini a un forzoso imprestito653. Si obbligarono poi i sudditi a notificare quanto possedevano sotto pena della confisca, invitando gli accusatori col premio; e ciò per formare nuovi catastri per ripartire i carichi654. Cercavano questi incerti capitani e difensori l'opinione favorevole del popolo con mezzi rovinosi, e vi rimediavano poi con ingiusti e odiosi ripieghi. Alcune delle leggi che proclamarono, poiché danno una precisa idea dello spirito di quel governo e della condizione di que' tempi, non sarà discaro al lettore ch'io qui trascriva. Nei primi momenti della inferma Repubblica, incerti della loro autorità, privi di legale sanzione, in una città divisa in partiti, attorniata da città che non eranle amiche, coll'armata veneta che invadeva le sue terre, coi Savoiardi e Francesi, che minacciavano d'occuparlene dalla parte opposta, costretta a confidarsi al pericoloso partito di collocare nelle mani del conte Sforza il poter militare in così importante e seria situazione, pubblicarono un ordine il 18 ottobre 1447, rinnovando irremissibilmente la pena del fuoco ai pederasti655. Gli uomini nei più pressanti disastri cercano l'aiuto della Divinità colla maggiore istanza, e a tal uopo credonsi di ottenerlo persino col sacrificio d'umane vittime.
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