llegati a sottomettersi al re; per lo che quel monarca, l'anno 1466, mandò al duca una solenne ambasciata per ringraziarlo di tanto beneficio: sono parole del Corio. Per tai motivi il re di Francia cedette al duca tutti i diritti suoi sopra Genova e Savona.
Ma Genova, siccome dissi, fu di mestieri sottometterla colle armi comandate dallo stesso Gaspare Vimercato che introdusse lo Sforza in Milano e fu nella spedizione di Francia. I Genovesi, assoggettati, spedirono a Milano ventiquattro oratori, accompagnati da più di dugento loro cittadini, e il duca accolse onorevolmente l'omaggio, spesandoli e alloggiandoli signorilmente680.
Né soltanto co' Veneti, co' Savoiardi, colla Lega e co' Genovesi fu costretto a guerreggiare per mezzo de' suoi generali il nuovo duca; ma ben anco nel regno di Napoli, come ausiliario di Renato d'Angiò, mantenne le sue schiere. Renato pretendeva quel regno come figlio adottivo della regina Giovanna II, ed aveva seduto sul trono di Napoli come re, sintanto che il più fortunato di lui, Alfonso d'Aragona, ne lo scacciò, e si pose in suo luogo. Venne a Milano il re Renato, e lo accolsero il duca e la duchessa Bianca Maria colla dovuta magnificenza. Egli condusse una squadra di Francesi, i quali si unirono cogli Sforzeschi. Il Padre della duchessa, diciotto anni prima, aveva pure in Milano alloggiato il re Alfonso d'Aragona, rivale di lui; ma Alfonso vi dimorò come prigioniero, Renato come amico ed alleato. (1455). Le avventure poi del regno di Napoli terminarono facendo lo Sforza la pace col re Alfonso; e questa pace fu convalidata con due nodi di parentela.
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