Egli era dotato di un ingegno penetrante e di una esimia prudenza, per modo che niente intraprendeva se prima diligentemente non l'avesse esaminato; ma poich'era deciso, con mirabile magnanimità e celerità incredibile l'eseguiva. Malgrado la scostumatezza di quei tempi egli fu sempre alieno dal disordine, né si lasciò sedurre alla lascivia. La virtù signoreggiollo per modo, che negli avversi casi non s'avvilì giammai; e quanto più gli venne prospera la fortuna, tanto più modesto mostrossi ed incapace di usar contumelia a' nemici; anzi nel corso intero di sua vita non si vendicò mai687. Testimonio ne fu il conte Onofrio Anguissola, piacentino, il quale, capo della sedizione di Piacenza, colle armi del duca fu preso. Il duca lo fece custodire bensì, come era necessario, ma la custodia fu il solo male ch'ei dovette soffrire. Il Simonetta diffusamente c'informa del suo militare talento e della mirabile provvisione di lui anche nei dubbi eventi della guerra, e de' ritrovati impensati e opportuni che venivangli in mente per superare le difficultà, e della liberalità e beneficenza sua abituale e quasi organica e di temperamento. Umano e clemente fu sempre questo grand'uomo: pronto alla collera, tosto si conteneva, siccome è l'indole dei generosi; e colui al quale avesse fatto danno o con parole o altrimenti, non occorreva che chiedesse cosa alcuna; che il buon principe co' beneficii lo risarciva spontaneamente. Non amava i lodatori, e conosceva che questa è la maschera seducente colla quale il vizio insidiosamente si accosta al soglio.
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Onofrio Anguissola Piacenza Simonetta
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