Io so ben quel che dico:
Tanta è la tua virtù, che ciò che vuoiDello invitto suo cor disponer puoi714.
Di questo magnifico e generoso cavaliere aurato, Gaspare Visconti, consigliere ducale, evvi pure un poema stampato per magistro Philippo Mantegatio, dicto el Cassano, in la excellentissima cittade de Milano, nell'anno MCCCCLXXXXV, a dì primo de aprile. Questo poema ha per titolo: Paulo e Daria amanti. Non v'è traccia che meriti di seguirne la lettura. Vi sono però alcune ottave passabili, come:
Messer Luchino in segno di letiziaFece ordinar un bel torneamento,
E de' compagni della sua miliziaNe scelse appunto al numero ducento;
Ciascun de' quali ha forza e gran divizia;
Milanese ciascun, pien d'ardimento;
Che allor Milano al marzial negozioMolto era intento e non marciava in ozio
Giunto era il giorno al tornear propostoDa Luchin di Milan, signor e padre,
Qual credo fosse a' quindici d'agosto.
Quando vennero in campo ambe le squadreOgnun quanto più può, fa del disposto,
Con sopraveste e fogge alte e leggiadre,
All'uso pur di quel buon tempo prisco,
Ch'ogni ornamento suo pagava el fisco.
La compagnia d'Èstor tutta ross'era;
L'altra di Dario candida si vede,
Che de' Visconti la divisa veraBianca e rossa è, se al ver si presta fede, ecc.
Canto II715.
Il Corio ci descrive l'urbanità, l'opulenza, il raffinamento e il lusso della corte di Lodovico, prima che sventuratamente promuovesse l'invasione dei Francesi. Spettacoli, giostre, tornei occupavano l'ozio felice di que' tempi, ne' quali quel signore compariva il più rispettato principe d'Italia.
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