Resasi per tal modo l'armata francese padrona in un baleno del ducato di Milano, il re Lodovico XII immediatamente scese dalle Alpi; il 21 settembre fu a Vercelli, il 23 a Novara, il 26 a Vigevano, che egli eresse in marchesato e lo conferì al Trivulzio, che assunse il titolo di marchese di Vigevano e vi batté monete. Questo marchesato gli fu dal re dato in compenso dell'artiglieria del castello di Milano, che doveva essere per metà del Trivulzio. Lodovico XII entrò solennemente in Pavia il giorno 2 di ottobre, e il giorno 6 dello stesso mese fece il suo pomposo ingresso in Milano, per Porta Ticinese. Gli ambasciatori dei Veneziani, Fiorentini, Bolognesi, di Siena, di Pisa e di Genova conducevano seco loro un seguito di seicento cavalli, e andarono incontro al re. Il re aveva seco il duca di Savoia, il marchese di Monferrato, il cardinale di San Pietro in Vincola. Tutto il clero in abiti pontificali precedeva. Poi venivano i carriaggi, riccamente coperti, trenta del duca di Savoia, quarantadue del cardinale anzidetto, sessantaquattro del re. Moltissimi altri carriaggi, coperti d'oro e di seta, di altri distinti personaggi. Poi cento suonatori di trombe con altri musici. Quindi venivano i paggi, otto di Savoia, quattro del duca di Valentinois, dodici del re, magnificamente corredati, con arnesi d'argento anche sotto i piedi de' cavalli. Poi quattrocento fanti reali, in uniforme giallo e rosso, armati di picche. Poscia il capitano della guardia a cavallo, alla testa di mille e venti cavalieri, che avevano tutti uniforme verde e rosso, e sul petto ricamato l'Istrice, divisa che Lodovico aveva assunta.
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