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      L'avvocato fiscale fu Girolamo Morone, uomo di cui più volte avrò in seguito a far menzione; ed il procurator fiscale fu Giovanni Birago. Ciò fatto, il re ripassò le Alpi conducendo seco il conte Francesco Sforza, figlio dell'estinto duca, fanciullo di otto anni, il quale dappoi sempre visse in Francia tranquillamente ed agiatamente come un ricco gentiluomo, godendo l'abbazia di Marmoutiers. La duchessa Isabella si staccò in tal guisa per sempre dal figlio; ed ella pure partissene da Milano, e visse a Bari nel regno di Napoli, seco conducendo le due figlie Bona ed Ippolita; la prima delle quali fu sposata da Sigismondo re di Polonia, l'anno 1518. Così terminò la discendenza dell'infelice sesto duca Giovanni Galeazzo Sforza.
      La condotta del re Lodovico XII non poteva essere più giudiziosa per rendersi affezionati i nuovi sudditi. Egli affidò la suprema autorità alle mani di un nazionale. Visse colla maggiore affabilità, quasi da privato conversando. Stabilì un senato colle facoltà da me ricordate. Con tal sistema la forza militare rimase unicamente in potere del luogotenente, e così sciolta e pronta senza alcuna formalità alla difesa dello Stato. La vita e la libertà e le sostanze dei sudditi rimasero all'ombra di una moderata monarchia, dipendenti da quel senato, composto di molti senatori, di stato differente; per modo che non era da temersi che la violenza entrasse a prendere giammai il nome della giustizia. La pietà degli ecclesiastici, l'onore de' militari, l'accurata ponderatezza dei dottori, vicendevolmente doveano contenere i privati affetti.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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