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      Mentre Lodovico Sforza stavasene co' suoi entro Novara, il di cui castello tuttavia era in mano dei Francesi, il ministro del re di Francia alla dieta del corpo elvetico, Antonio Brissey, maneggiava il colpo decisivo, per cui il suo re, senza contrasto, rimanesse duca di Milano. Gli scrittori sinora hanno rappresentata la prigionia del Moro come un tradimento degli Svizzeri; ed hanno offeso con ciò, non solamente il carattere de' fedeli ed onorati Elvezii, ma la verità e il buon senso, che non permetterebbe mai di credere che sedicimila uomini si unissero per tradire chi li paga738. Le lettere del Morone ci svelano come seguisse il fatto739. Poiché fu Lodovico in Novara, i Francesi s'accrebbero; e molta gente venne dalla Svizzera sotto le loro bandiere. S'avvide allora il duca del male che avea fatto non ascoltando i consigli del Sanseverino; e, come dice il Morone: se ipsum arguere, propriamque vecordiam accusare non cessabat, nec quid consilii caperet satis intelligebat740. Galeazzo Visconti era il ministro del duca alla dieta elvetica, ed ivi non cessava di animare quella sovranità a cogliere l'onorevole occasione di dar la pace alla Lombardia. Solo che la dieta lo volesse, doveano cessare al momento le ostilità; giacché le forze principali dei due eserciti consistevano negli Svizzeri, che avevano bensì la libertà di vendere i loro militari servigi alla potenza che più era in grado a ciascuno; ma conservavano sempre il carattere di sudditi della dieta, alla quale non avrebbero potuto mancare, se non sacrificando l'onore, la patria, i parenti e i loro poderi.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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