Così venne stabilito. Ma usciti appena gli Svizzeri da Novara e trovatisi a fronte dei nemici, nemmeno sostennero quell'apparenza; ed improvvisamente piegando le loro bandiere e riponendole nel sacco, abbandonarono il posto; il che pose in tal disordine gli ottomila Tedeschi e Italiani, che, sorpresi, volsero le spalle, e, disordinatamente fuggendo, si ricovrarono di bel nuovo entro le mura di Novara, dove fu costretto di ricoverarsi frettolosamente il duca. Mancavano i viveri pel giorno seguente. La notte si trattò fra il Ligny e il duca, e si concertò una capitolazione. Il giorno vegnente, cioè il memorando giorno 10 aprile 1500, il Trivulzio la disdisse e dichiarò nulla, pretendendo che mancasse nel generale francese la facoltà di concertarla. Un onorato capitano albanese, che trovavasi nell'armata del duca, lo consigliò di montare sul di lui cavallo barbero, di prodigiosa fortezza e velocità, sul quale sicuramente si sarebbe portato a Milano; ma il duca, timido, avvilito, non seppe risolversi. Si rivolse invece a pregar gli Svizzeri che lo vestissero come uno de' loro fantaccini, acciocché sconosciuto, potesse evitare la prigionia. Capitolarono gli Svizzeri sforzeschi co' nemici, ed ottennero di liberamente tornarsene al loro paese. Mentre uscivano da Novara gli Svizzeri, e con essi il duca travestito, un araldo a nome del duca uscì da Novara, e si portò dal generale Ligny per confermare la capitolazione. Sperava il Moro con tale astuzia di occupare frattanto i generali francesi e distorgli dal sospettare la fuga di lui.
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