Pagina (673/1182)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      I Francesi adunque, nel numero di dugento uomini d'armi e ventimila fanti, sotto il comando di Luigi de la Tremouille e del maresciallo Trivulzio, superate le Alpi, scesero verso lo Stato di Milano. A tal nuova i Veneziani si accostarono e si resero padroni di Pizzighettone, di Martinengo e di Cremona. Molti fra i sudditi del duca, malcontenti del governo di un tal principe, bramavano di ritornare sotto il dominio del re Lodovico XII. Un tumulto popolare si eccitò in Pavia, un simile contemporaneamente comparve in Alessandria. Già queste due città non avevano aspettato l'arrivo de' Francesi per considerarsi suddite della Francia. Messer Sacramoro Visconti, che aveva il comando degli Sforzeschi posti a bloccare il castello di Milano, lasciava segretamente che entrassero di notte le vittovaglie ai Francesi del presidio; il che scoperto, egli si ricoverò nella Francia, ed ebbe dal re la collana, pregevolissima allora, dell'ordine di San Michele. In somma le cose andavano come forz'era pure che andassero sotto di un principe sfornito di mente e di cuore che lo innalzassero sugli uomini volgari, e lo mostrassero degno di comandare agli altri uomini. Gli Svizzeri però vollero sostenere questo duca, e con ciò conservarsi non solamente i baliaggi che avevano occupati, ma il dominio del Milanese, che realmente esercitavano già sotto il nome del duca Massimiliano. Si radunarono ne' contorni di Novara nel numero di diecimila, a quanto scrive il Guicciardini772, o settemila, come scrive il Prato; e il giorno 6 di giugno del 1513 assalirono l'armata francese con tanto impeto e sì impensatamente, che, quasi per sorpresa impadronitisi dell'artiglieria de' nemici, la rivoltarono contro de' Francesi medesimi; e questo arditissimo impeto sgomentò talmente i Francesi (i quali s'immaginarono essere sopraggiunta una nuova armata di patriotti svizzeri), che senza consiglio si abbandonarono alla fuga; e da un drappello di fantaccini, senza cavalleria, senza artiglieria venne siffattamente distrutto un corpo di armata, che si contarono rimasti sul campo ben diecimila de' Francesi, ed il rimanente con somma sollecitudine ripassò le Alpi.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





Francesi Luigi Tremouille Trivulzio Alpi Stato Milano Veneziani Pizzighettone Martinengo Cremona Lodovico XII Pavia Alessandria Francesi Francia Sacramoro Visconti Sforzeschi Milano Francesi Francia San Michele Svizzeri Milanese Massimiliano Novara Guicciardini Prato Francesi Francesi Francesi Alpi