Così gli Svizzeri in quel luogo medesimo ove tredici anni prima erano stati accusati di aver tradito il padre, avendo a fronte lo stesso Trivulzi, in quello stesso luogo, e contro del generale medesimo, col loro valore mantennero lo Stato al figlio Massimiliano Sforza, e ripararono l'onore delle loro armi e della fedeltà loro. Il Prato attribuisce quella sciagura de' Francesi al disprezzo che imprudentemente essi fecero de' loro nemici; non supponendo possibile ch'essi ardissero di provocar l'armata francese. Attribuisce però singolarmente allo sbigottimento che ebbe colla sorpresa il comandante supremo la Tremouille, il poco onore che in quella giornata si fecero le armi francesi; ed il Trivulzio, costretto a fuggire cogli altri, andava ripetendo, a quanto il Prato scrive, noi fuggiamo et la victoria è nostra. Nella Francia la Tremouille vide, non senza carico di vituperio, cassato il suo nome dalla lista dei stipendiati, la qual cosa non avvenne al Trivulzio; ma sia come si voglia, la fuga fu vituperosa773. Gli Svizzeri raccolsero in quella giornata un prezioso bottino, avendo perduti i Francesi tutti i loro attrezzi. Dopo un tal fatto i Veneziani sgombrarono il paese; ritornarono le cose come se nulla fosse accaduto; e il duca, acceso d'una passione degna del suo animo, si recò a stanziare nei contorni di Pavia per vagheggiare una mugnaia che vi stava domiciliata774.
La gloria delle armi francesi non poteva essere riparata nell'Italia con nuovo esercito, poiché gl'Inglesi avendo allora appunto mossa la guerra a Lodovico XII, ei doveva adoperare le sue forze per impedire i progressi di trentamila Inglesi e ventitremila Tedeschi, i quali erano spediti nella Francia da Enrico VIII e Massimiliano Cesare collegati.
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