Al Morone il re promise di farlo senatore e regio auditore. Il giorno 8 di ottobre del 1515 venne ceduto il castello ai Francesi; e non erano ancora compiuti i due anni da che n'erano usciti. E così terminò la sovranità di Massimiliano Sforza, il quale per poco più di tre anni rappresentò la figura dell'ottavo duca di Milano; principe che venne definito assai bene dal Gaillard nella vita di Francesco I re di Francia colle seguenti parole: à juger de lui par sa conduite, il paroit que c'étoit un prince foible, fait pour être gouvernè. Ni politique, ni belliqueux, on ne l'avoit vu ni préparer sa defense par les intrigues du cabinet, ni commander ler armées qui combattoient pour lui. Il sembloit que la querelle du Milanès lui fût étrangère. Mais il eut du moins le mérite d'avoir renoncé de lui même à un rang au quel il n'étoit point propre, et de ne l'avoir jamais regretté dans la suite. Egli passò nella Francia, dove sette anni prima era morto Lodovico suo padre; vi campò quindici anni, essendo poi morto a Parigi il giorno 10 di giugno del 1530. Il re Francesco I volle mantener la promessa data per Girolamo Morone, il quale forse s'aspettava d'essere fatto senatore del senato di Milano: ma il re temeva il talento di quest'uomo, e non doveva dimenticare che Francesco Sforza era salvo: perciò lo destinò a risedere nel parlamento della provincia di Bresse, la quale forma una porzione del regno di Francia fra la Borgogna, la Franca Contea, la Savoia e il Viennese: alla quale onorevole destinazione mostrò di ubbidire il Moroni, e fingendo d'incamminarsi al nuovo suo destino, strada facendo, sviò e ricoverossi nel Modanese785.
| |
Morone Francesi Massimiliano Sforza Milano Gaillard Francesco I Francia Milanès Francia Lodovico Parigi Francesco I Girolamo Morone Milano Francesco Sforza Bresse Francia Borgogna Franca Contea Savoia Viennese Moroni Modanese
|