Appena Leone X ebbe la nuova d'essersi occupate dalle armi pontificie le città di Parma e di Piacenza, e d'essere in potere della lega lo stato di Milano, e proclamato lo Sforza, ch'ei morì improvvisamente, all'età di quarantaquattro anni, il giorno l° di dicembre 1521, non senza sospetto di veleno, per cui venne carcerato Barnabò Malaspina, suo cameriere, deputato a dargli da bere. La morte del sommo pontefice, che aveva somma influenza negli affari appena innoltrati, cagionò non lieve inquietudine negli animi.
(1522) Al momento che gli avvenimenti cominciarono a mostrarsi prosperi, Francesco Sforza, il quale coi denari somnistratigli da Cesare e dal papa, aveva presi al suo stipendio seimila Tedeschi dal Tirolo, passò nella Lombardia; e come dice Sepulveda: Franciscus quoque Sfortia, quem Germanorum sex milia sequebantur, Mediolanum pervenit, singulari civitatis gratulatione; e ne adduce il motivo, perché era vir de cujus humanitate, temperantia et justitia, magna erat hominum opinio819. Da Trento passò pel Veronese senza ostacolo con seimila fanti tedeschi, ai quali i Veneziani non fecero opposizione, indi per il Mantovano, Casalmaggiore e Piacenza portossi a Pavia. Lautrec e alcuni corpi veneziani s'erano posti a Binasco per impedire la venuta a Milano del duca; ma lo Sforza, còlto opportunamente il tempo, passò a Milano il giorno 4 aprile 1522. Dove è incredibile a dire820 con quanta letizia fosse ricevuto dal popolo milanese, rappresentandosi innanzi agli occhi degli uomini la memoria della felicità con la quale era stato quel popolo sotto il padre e gli altri duchi sforzeschi, e desiderando sommamente di avere un principe proprio, come più amatore de' popoli suoi, come più costretto ad avere rispetto e fare estimazione dei sudditi, né disprezzarli per la grandezza immoderata; e la cronaca del Grumello: fece la intrata in la città Mediolanense con allegria, et tutto il populo con sonar di campane, sparare di artellaria, parendo ruinasse il mondo.
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