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      Il contestabile, a stento, travestito, si pose in salvo nella Franca Contea. Il re Francesco avrebbe voluto che il parlamento di Parigi fosse sanguinario contro i complici, e lo mostṛ tenendo un letto di giustizia, e rimproverando al medesimo le sue mitigate sentenze. Coloro che credono siffatti intrighi di corte invenzione dei tempi a noi più vicini, leggano meglio la storia. Coś debbe accadere ogniqualvolta un principe d'animo debole si lasci dominare; e peggio poi, se da due opposti partiti. La duchessa d'Angoulême voleva comandar sola. La contessa di Chateau-Briant voleva aver parte al comando. Il duca di Bourbon, prendendo il partito di Carlo V, comparve un fellone. In fatti egli lo era. Coriolano pure per altra cagione tale si mostṛ. Se non posso far l'apologia del duca di Bourbon, posso almeno compiangerlo; egli meritava un miglior destino. Gli storici nostri l'hanno insultato oltre il dovere.
      Frattanto gli affari de' Francesi andavano ogni d́ peggiorando. Il presidio francese nel castello di Milano, il giorno 15 d'aprile 1523, avea ceduto il suo posto, custodibus partim morbo absumtis, partim morae taedio inopiàque cibariorum adactis833, dice Sepulveda834. Non rimaneva più alcuno spazio occupato dai Francesi, trattone il castello. Il loro comandante Janot d'Herbouville, signore di Bunon, era morto. Erano in tutto quaranta Francesi, e trentadue essendone periti, i soli otto che rimanevano si obbligarono con giuramento di non ascoltare mai proposizione di rendersi, e diciotto mesi si sostennero.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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