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      Circa a quel tempo venne a Milano il duca Carlo di Bourbon, già contestabile di Francia, e luogotenente e governatore del Milanese sette anni prima; indi, in questo stesso anno 1523, col carattere di luogotenente generale cesareo.
      (1524) Rimanevano i Francesi acquartierati ad Abbiategrasso, non senza molestia della città, la quale riceve una buona parte della provvisione dal canale detto Naviglio, che passa appunto in Abbiategrasso, quindi quella via rimaneva intercetta, a meno che non se ne facesse sloggiare i Francesi. Il duca, amato e riverito da' suoi Milanesi, pensò a questa impresa. I Milanesi avevano somministrati novantamila ducati al loro buon principe, che ne avea bisogno per difendersi844. Nel mese di aprile del 1524 il duca Francesco II, con una scelta squadra de' suoi Milanesi, marciò ad Abbiategrasso, e impetuosamente per assalto se ne impadronì845, e poco dopo l'ammiraglio Bonnivet ripassò i monti, e così terminò questa spedizione846. Sgraziatamente però terminò per Milano la vittoria di Abbiategrasso, poiché eravi la pestilenza; ed i Milanesi vincitori la portarono nella patria, la quale pestilenza fu una delle più funeste e micidiali. La strage maggiore seguì nei mesi caldi di giugno, luglio ed agosto del 1524847. La cronaca del Grumello dice: et fu un pessimo sacco per la città Mediolanense. Apichata fu peste crudelissima in epsa città per le robe amorbate d'epso castello portate in dicta cittate, si existima moressero de le anime octanta millia, et più presto de più che di mancho848; e Burigozzo fa ascendere la mortalità a più di centomila persone.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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