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      Il presidio di Pavia era di seimila soldati863.
      In mezzo a tai felici successi però i Tedeschi presidiati in Pavia, mancando di paghe, si mostrarono malcontenti; fecero quanto potevano i Pavesi radunando denaro per acquietarli. Il Leyva fece battere l'argenteria sua in forma di denaro, stampandovi il nome proprio864; ma non bastavano questi sforzi a formare una somma corrispondente al loro credito. Il giorno 22 di novembre tumultuarono a segno di minacciare che avrebbero aperte le porte al nemico. Il comandante di questi Tedeschi aveva nome Azarnes865, ed era l'autore principale di tal emozione866. Il viceré Lannoy, informato di tal pericolo, raccolse a stento tremila ducati d'oro; tant'era la penuria in cui trovavasi l'armata, e per fargli entrare in Pavia si servì dell'opera di due semplici fantaccini spagnuoli, i quali cucirono nella sottoveste questa somma, e comparvero al campo francese come disertori, ed ivi, còlto il momento d'una uscita che fecero gli assediati, s'immischiarono nella zuffa, e nel ritirarsi che fecero i Cesariani, con essi entrarono in Pavia, e consegnarono il denaro al Leyva. La fede, l'onore, il nobile sentimento di questi due uomini mi ha fatto bramare di sapere i loro nomi; ma in varii scritti da me esaminati ho trovata bensì la virtuosa azione, ma non i due nomi che meritavano luogo nella memoria de' posteri. Con questo sebben tenue soccorso, distribuito come un pegno del maggiore che aspettavasi per una sovvenzione dei Genovesi, si calmarono gli animi; e pienamente poscia venne ristabilita la tranquillità colla morte dell'Azarnes, procuratagli, come sembra, dal Leyva, insidiosamente e per veleno.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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