1. Il severo e ingiusto giudizio dato del governo della repubblica milanese succeduta alla morte del duca Filippo Maria Visconti, riportando con affettato studio le minuzie delle ordinarie prescrizioni municipali, che sole per caso furono a notizia dell'autore, e non le varie utili istituzioni, non la sagacità, il vigore e la costanza degl'istantanei provvedimenti, non le leghe destramente conchiuse co' sovrani esteri, non il valor militare in più occasioni dimostrato; con aggiungere per tal modo verso quel breve governo il peso di non meritati rimproveri al torto, già per sé grandissimo, di essere rimasto succombente. 2. L'avere seguìto la volgare opinione che attribuisce a Leonardo da Vinci l'invenzione de' sostegni, necessari a compensare il diverso livello delle acque, per far comunicare la navigazione del naviglio della Martesana con quella del naviglio grande per mezzo della fossa che circuisce la città, mentre è provato che que' sostegni ingegnosissimi esistevano più anni prima che il Vinci venisse ai servigi del duca di Milano. 3. L'asserzione che fosse stato eretto nella chiesa di Santa Marta il monumento sepolcrale di Gastone di Foix, scolpito da Agostino Busti, benché consti che questo insigne lavoro, di cui tante belle parti si conservano tuttora in più luoghi, non sia mai stato ridotto a compimento; e infine la troppo facile giustificazione del tradimento usato in Novara dagli Svizzeri a danno del duca Lodovico Maria Sforza, dal quale erano stipendiati, d'onde venne la di lui miserabile prigionia, che non ebbe fine se non colla morte: giustificazione così gratuita, che neppure fu adottata dagli storici svizzeri, ultimo dei quali è il Mallet.
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