Consimili cose erano state da me dette nelle Memorie biografiche che ho fatto precedere agli Scritti scelti del Baretti, pubblicati nel 1822, e sembravami di avere con ciò servito abbastanza alla giustizia e all'imparzialità; né credeva che fosse necessario di ripetere ad ogni passo sempre lo stesso avvertimento, imitando il costume de' legali nelle dispute forensi colle parole solenni, come le avrebbero chiamate i giureconsulti romani, d'impugno, nego, ec., per modo che il non opporle si avesse per una confessione dell'assunto dell'avversario. Ma così non parve all'anonimo che in due estratti inseriti nella Biblioteca Italiana (numeri CII e CXII) rese conto di quel mio lavoro; e nell'estratto II, non contento di quanto io aveva scritto a correzione delle invettive del Baretti nei capi X e XVI e in una nota all'articolo 25 del capo XIX delle citate Memorie, altre annotazioni pretese che da me lombardo si fossero fatte a difesa de' lombardi ingegni. Premesso incidentemente ch'io non ho l'onore di appartenere alla Lombardia se non per la scelta del domicilio, essendo nato in un borgo del Novarese, non so con quale logica si pretenda che le lodi e le difese degli autori debbano prendere incitamento dall'accidentale affinità del municipio, anzi che dalla ragione; e forse che, conseguenza di questa logica, fu che l'autore di quegli estratti, per non essere Lombardo, ha creduto di potersi dipartire nel secondo di essi dalla decenza serbata nel primo, e per cumulare qualche critica di più asserì che raro è unicamente ciò che è inedito, e che di cose inedite appena un terzo si contiene in quella mia collezione; delle quali osservazioni dirò soltanto che nella prima farneticò, e nell'altra mentì apertamente, non essendo questo il luogo di estendermi in più copiose parole.
| |
Memorie Scritti Baretti Biblioteca Italiana Baretti Memorie Lombardia Novarese Lombardo
|