Un'altra insigne prova degli stravolgimenti usati dal continuatore sia la seguente: Il Verri, nelle Osservazioni sulla tortura, § II, entrando a parlare della peste dell'anno 1630, dice: La storia di questa sciagura conviene cominciarla da un dispaccio che dalla corte di Madrid venne al marchese Spinola, allora governatore. Il dispaccio era firmato dal re Filippo IV, ec. Il Frisi dà la colpa a quel dispaccio di tutti i danni recati dalla peste; e se la famiglia del conte Verri non avesse avuto il buon giudizio di lasciar manoscritto il terzo tomo della storia, il pubblico avrebbe letto nel compendio di quelle osservazioni ivi inserito il detto passo, tramutato come segue: "un dispaccio che dalla corte di Madrid venne in questo tempo al marchese Spinola, governatore dello Stato di Milano, rese fatalmente quella pestilenza una delle più spietate che rammemori la storia, avendo essa distrutti niente meno che due terze parti di cittadini. Il dispaccio era firmato dal re Filippo IV, ec.", e prosegue quindi la narrazione come sta nell'opera di Verri.
Ancora un esempio, e darò fine. Negli Annali riportò il Verri, sotto l'anno 1617, il racconto di una misera cameriera, stata bruciata come strega per avere ammaliato il senatore Melzi. Il Frisi l'ommise nel manoscritto del suo terzo tomo, e lasciò negli Annali del conte Verri l'annotazione di averlo fatto avvertitamente, perché molte principali persone vi fanno poco buona figura, e la notizia della strega non interessa la storia. Interessava meno la storia la nomenclatura de' ballerini e de' balli del secolo decimosesto; eppure per non ommetterla le diede un posto fuor di luogo, anticipandola di cinquant'anni.
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