I dodicimila Tedeschi erano comandati da Giorgio di Frandsperg, uomo di statura colossale, di forza prodigiosa, di gran coraggio, Luterano passionato; il quale venne a quell'impresa coll'idea di far onta al papa, ed a tal fine portava seco un cordone d'oro in forma di capestro, e lo mostrava dicendo: a ogni signore ogni onore. Così mentre da malaccorto il re Francesco, coll'indebolirsi, andava preparando la propria sciagura, i nemici si rinforzavano. Al difetto di prudenza nel re si aggiungevano la trascuratezza dei capi dell'esercito, e l'indisciplina de' soldati. Bernardo Tasso, padre dell'immortale Torquato, si ritrovava nell'armata del re di Francia, mentre era sotto Pavia, ed in una lettera al conte Guido Rangone, così gli scrive: Questo esercito mi pare con poco governo, con molta licentia, et più grande di numero che di virtù. Poca speranza gli è rimasa di poter pigliare la città, hora che i nemici si vanno avvicinando869; e poco dopo: questo esercito mi pare piuttosto pieno d'insolenza che di valore... Io più tosto temo che spero del successo di questa impresa; et quello che più mi fa temere è, che veggio che apertamente Sua Maestà s'inganna nelle cose più importanti, giudicando il suo esercito maggior di numero, et quel de' nemici minore di ciò che in effetto sono... Io vedo questo campo con quel poco ordine che era quando i nemici eran lontani; né a questa troppa sicurtà so dare altro nome che imprudentia o temerità. Guicciardini870, presso a poco, dice lo stesso: Risedeva il peso del governo dell'esercito presso all'ammiraglio; il re, consumando la maggior parte del tempo in ozio o in piaceri vani, né ammettendo faccend
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