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      All'aurora si videro gli Spagnuoli entrati nel parco per un'apertura assai larga, fatta la notte precedente con tal destrezza e silenzio, dice il Bugati875, che appena da' nemici fu udito il rumore. Il marchese di Pescara, innanzi a tutti, colla maggior parte della fanteria italiana e spagnuola, diede dentro tra le guardie francesi; il duca di Borbone, guidando la sua cavalleria, s'innoltrò da altra parte del parco verso i quartieri del re cristianissimo, ma trovò che il re e i suoi erano marciati contro il Pescara. Don Alfonso d'Avalos, marchese del Vasto, s'impadronì di Mirabello. Un suo distaccamento era già alle porte di Pavia, ma Brion, mandato dal duca d'Alençon, lo batté. Galiot de Genouillac, che si era reso illustre nella battaglia di Marignano, profittò del momento, e collocò una poderosa artiglieria contro quel vano delle mura del parco per dove entravano gl'Imperiali, la quale talmente gli scompigliò, che disordinatamente si ricoverarono in un luogo basso per essere salvi da' colpi del cannone. Il re, invece di combattere contro il marchese del Vasto, per tal modo isolato, sconsigliatamente uscì dal vano, e si diradò per la campagna con tutta la gendarmeria; così l'artiglieria del Genouillac dovette cessare per non offendere il suo re. Gl'Imperiali s'avvidero dell'errore da questi commesso. Il duca di Borbone co' Lanschinetti, il marchese di Pescara cogli Spagnuoli, il viceré Lannoy cogl'Italiani attorniarono il re. Il marchese del Vasto venne a prenderlo alle spalle.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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