Il Leyva vigorosamente uscì da Pavia, lasciando il magnifico e valoroso Matteo Beccaria alla difesa della città. Allora il maresciallo di Chabannes accorse a soccorrere il re, e se gli pose al fianco destro col corpo ch'egli comandava. Il duca d'Alençon formò un'ala sinistra al re. Fra il re e Chabannes v'erano le Bande Nere, cinquemila, tutte veterane tedesche, che avevano combattuto a Marignano. Il duca di Suffolk Rosabianca le comandava. Così fra il re e il duca di Alençon vi era un corpo di diecimila uomini svizzeri comandati dal colonnello Diespach. Un corpo di Lanschinetti, guidati dal duca di Bourbon, sconfisse totalmente le Bande Nere. Il conte di Vaudemont, il duca di Suffolk rimasero estinti sul campo. Borbone si rivolse poi contro il corpo di Chabannes, che rimaneva staccato. Il bravo Cle
rmont d'Amboise cadde morto, e il maresciallo di Chabannes terminò di vivere nel modo seguente. Egli ebbe ucciso sotto di sé il cavallo. Vecchio com'era, cercò di combattere a piedi; ma Castaldo, luogotenente del Pescara, lo fece prigione. Castaldo conduceva in luogo sicuro il suo prigione; un capitano spagnuolo, per nome Buzarto, osservò Chabannes, il più bel vecchio del suo secolo, nobile, magnifico, e riconobbe che doveva essere un signore di distinzione, di cui diverrebbe lucrativo il riscatto; pretese di essere associato al Castaldo, che lo ricusò; e il Buzarto con una archibugiata gettò morto il maresciallo di Chabannes, dicendo: ebbene, non sarà dunque né mio né tuo876. Così terminò i suoi giorni questo illustre francese, che s'era trovato a Fornovo nel 1495, ad Agnadello nel 1509, a Ravenna nel 1512, dove comandò, morto il duca di Nemours, a Marignano, alla Bicocca, ec.
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