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      Pescara venne ad osservarlo senza pompa e con modeste maniere, e piacque al re sopra ad ogni altro. Gli si concessero i suoi paggi, si ricuperarono abiti, camiscie e molte cose rappresagliate, che i soldati medesimi generosamente presentarono, e fra queste una coppa d'oro, in cui soleva bere il re, ed una croce di oro che papa Leone gli aveva posta al collo in Bologna, e così venne nobilissimamente trattato come se fosse stato, non che libero, ma nella stessa sua reggia882. Tre giorni stette nel monastero di San Paolo il prigioniero Francesco I; indi il 28 di febbraio, fu condotto nella fortezza di Pizzighettone, e collocato nella Rocchetta, col gran maestro di Francia, il duca di Montmorenci, ove dimorò sino al 18 maggio. Così il Grumello883; il quale aggiugne che ne' giorni che ivi stette, sintanto che venissero da Spagna gli ordini, il re giuocava a varii giochi et maxime al ballono. Il Muratori, ne' suoi Annali, ne accerta altresì che al re Francesco furono concessi per sua compagnia venti de' suoi più cari, scelti da lui tra quelli ch'erano rimasti prigionieri884. Una vittoria così compita, con tanta strage dell'esercito francese, e poca perdita degl'Imperiali, è troppo naturale che producesse quanto afferma il Bugati885, vale a dire che tutto il campo francese restasse in preda de' soldati, et più de gli Spagnuoli, per cotal vittoria fatti sì ricchi et sì insolenti, quanto altra fiera milizia che più fosse in Italia, minacciando apertamente di cacciar di Stato il duca di Milano, se presto non gli soddisfaceva di quante paghe dovevano avere, e che i Francesi abbandonassero Milano in un momento.


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Storia di Milano
di Pietro Verri
pagine 1182

   





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