La carica peṛ di gran cancelliere venne trasferita nel conte di Landriano, Francesco Taverna.
Questa pericolosissima sciagura del Morone ebbe origine dallo sdegno per le esorbitanti vessazioni con cui l'armata imperiale smungeva lo stato di Milano. Francesco Sforza non aveva che il nome di duca, sebbene l'imperatore avesse preso le armi per lui. L'imperatore avea posto un tributo di centomila ducati sul Milanese, indi chieste somme esorbitanti allo Sforza per l'investitura905. Inoltre il duca, vedendo vessati sopramodo i suoi sudditi dall'esercito cesareo, avea fatto un accordo col marchese di Pescara di pagargli altri centomila ducati, con che, represse tutte le estorsioni, si prendesse egli la cura di provvedere l'esercito di viveri e di stipendi906.
La somma di queste disavventure ed oppressioni del duca Francesco si fu che, giovandosi il marchese di Pescara ed Antonio de Leyva dei progetti manifestati da Girolamo Morone, fecero, in un congresso tenuto in Pavia, sentenziare di fellońa il duca Sforza, dichiarato sovrano del Milanese l'imperatore Carlo V. In conseguenza della quale dichiarazione il marchese di Pescara fece domandare allo Sforza il castello di Milano, quello di Cremona ed altri, presidiati dal duca. Il povero duca appena cominciava a riaversi da una malattia mortale, quando gli venne fatta ś terribile intimazione dall'abate di San Nazaro. Ricuṣ egli di dare al Pescara i due nominati castelli: benś accorḍ gli altri, e disse che se l'imperatore voleva anche quelli, e a lui fosse constato, non solamente i castelli, ma lo Stato eziandio e la vita gli avrebbe dato; ch'egli era sempre stato ed attualmente era innocente e fedele a Cesare, e sperava che tale sarebbesi fatto conoscere.
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