La condizione de' monarchi è tale, che debbesi ascrivere a molta lode dell'imperatore Carlo V che avesse uno nel suo consiglio capace di pronunziare una tale opinione. In vece si ritenne prigioniero il re; ebbe questi a soffrirne due malattie, dovette sopportarne molte umiliazioni, sottoscrisse un trattato vergognoso, e a Carlo V non lasciò poi che una carta inutile, scritta da un inimico irreconciliabile. (1526) Nel giorno adunque 17 di gennaio (epilogherò questa grand'epoca colle succose parole del Muratori)910 dell'anno 1526, e non già di febbraio, come ha il Guicciardino e il Belcaire, suo gran copiatore, seguì in Madrid la pace fra que' due monarchi, con aver ceduto911 il re a Cesare tutti i suoi diritti sopra il regno di Napoli, Milano, Genova, Fiandra ed altri luoghi, e con obbligo di cedergli il ducato della Borgogna con altri Stati, per tacere tante altre condizioni, tutte gravosissime al re cristianissimo. Il gran cancelliere Mercurino da Gattinara, siccome quegli che detestava sì fatto accordo, ben prevedendo quel che poscia ne avvenne, con tutto il comando e l'indignazione di Cesare, non volle mai sottoscriverlo, allegando non convenire all'uffizio suo l'approvar risoluzioni perniciose alla corona. Il tempo comprovò per vero il suo giudizio. Fu poi, nel principio di marzo (altri vogliono il giorno 21 di febbraio) condotto il re ai confini del suo regno, e rimesso in libertà; e consegnati per ostaggio a Carlo V il Delfino e il secondogenito del cristianissimo, finché fosse, entro un tempo discreto, data piena esecuzione al concordato, con obbligarsi il re di tornare personalmente in prigione quando non si eseguisse.
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